La Porta della Pace Celeste è effigiata sullo stemma nazionale
della Repubblica popolare cinese come simbolo della nuova Cina rivoluzionaria.
Da qui, il 1° ottobre 1949 Mao Zedong proclamò l'avvento della Repubblica popolare cinese. La Porta della Pace
Celeste si
trova a nord della piazza Tian’anmen e conduce al Palazzo imperiale. Venne eretta nel 1417 come porta principale dell'antico
Palazzo imperiale, e prese il nome di Chengtianmen. La costruzione in legno venne completamente distrutta da un incendio
nel 1457 e fu ricostruita nel 1651 con il nome di Tian’anmen. La porta ha un'altezza di 34 m e presenta muri dipinti di rosso,
un tetto in legno e cinque entrate. Sopra il portale principale, un tempo riservato all'imperatore, è tuttora appeso un ritratto
di Mao Zedong (uno dei pochi rimasti su tutto il territorio nazionale), mentre sui due lati, rispettivamente sinistro e destro,
si leggono le iscrizioni: «Viva la Repubblica popolare cinese» e «Viva l'unità tra i popoli del mondo». Sopra le scritte si
trova la tribuna d'onore, che ha una capienza di ventimila persone. Dietro la tribuna, ventisei portefinestre si
affacciano su una sala a pianta rettangolare. Il soffitto di questa sala gigantesca è suddiviso da travi formanti
quarantacinque quadrati, un numero ottenuto dalla combinazione di 9 x 5: secondo la simbologia numerica tradizionale, infatti,
questo numero era espressione dell'autorità imperiale.
La porta è circondata da un fossato, il Jinshuihe (ruscello dalle Acque d'Oro), costruito a protezione del Palazzo imperiale.
Cinque ponti in marmo bianco, i ponti delle Acque d'Oro, conducono alle cinque porte d'ingresso. Davanti alla costruzione si
ergono due colonne in pietra, simboli della pace celeste e dell'autorità imperiale, decorate a bassorilievo con motivi di
draghi e nuvole stilizzate. Sulla loro sommità, siede un animale fantastico, chiamato Kong. Accanto a ogni colonna vi è un
leone in pietra.
Durante il periodo imperiale, alla gente era proibito sia entrare dalla porta della Pace Celeste sia accedere alla piazza
antistante. In questo luogo, venivano resi noti i decreti imperiali e gli esiti degli esami dei mandarini e venivano eseguite
le condanne a morte. La Tian’anmen fu testimone dell'ultimo atto ufficiale della dinastia Qing quando, il 12 febbraio 1912,
l'imperatrice madre Longyu fece proclamare ufficialmente l'abdicazione dell'imperatore, il proprio figlio minorenne Puyi.
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