Parco Beihai
北海公园

A occidente del Palazzo imperiale vi sono tre laghi: il Beihai (mare del Nord), il Zhonghai (mare di Mezzo) e il Nanhai (mare del Sud). Mentre la zona attorno al Zhonghai e al Nanhai è oggi sede del Consiglio degli affari di Stato e del Comitato centrale del Partito comunista cinese, e quindi chiusa al pubblico, il parco Beihai è divenuto la meta prediletta di molti abitanti di Pechino. Esso copre complessivamente una superficie di 680.000 mq, 390.000 dei quali sono occupati dal lago.
La storia del parco Beihai risale a più di ottocento anni or sono. Già all'inizio del X secolo, sotto la dinastia Liao, venne qui eretta una residenza imperiale e, benché esistesse un progetto circa la costruzione di un parco imperiale dei divertimenti, esso divenne realtà solo ad opera dei sovrani della dinastia Jin nel XII secolo. Questi fecero scavare un grandissimo lago, Xihuatan 西华潭 (lago del Fiore Occidentale), utilizzando il terreno rimosso per creare colline e isole artificiali, come Qionghuadao 琼华岛 (isola del Fiore di Giada), dove eressero dei padiglioni e il palazzo Guanghan 广寒殿 (della Grande Pace).
Allorché Pechino divenne la capitale della dinastia Yuan, il primo imperatore Yuan, Kublai Khan (Qubilay), fece sistemare il parco in modo stupendo. Le grandi pietre pittoresche vennero portate direttamente dal giardino imperiale della capitale dei Song del Nord, Kaifeng. Marco Polo scriveva che, entrandovi, si aveva l’impressione di trovarsi in un paradiso.
Nel XV secolo, con l'inizio della dinastia Ming, il parco conobbe ulteriori trasformazioni: il lago venne infatti suddiviso negli attuali Beihai e Zhonghai, mentre sulle rovine del palazzo Guanghan, distrutto da un rovinoso terremoto, nel 1651 venne innalzato il Dagoba Bianco, Baita 白塔.
Sotto Qianlong furono realizzati importanti lavori di restauro e trasformazione; allo stesso periodo risalgono gli edifici tuttora esistenti, soprattutto lungo la sponda settentrionale e orientale del lago. Nel 1915 il parco venne aperto al pubblico, mentre nel 1951 iniziarono costosi lavori di sistemazione: dragato il lago, si gettò un ponte in marmo tra Beihai e Zhonghai, in cui vennero introdotti fiori di loto e pesci, si ripararono e si ridipinsero gli edifici e si provvide a piantare alberi da frutto e fiori. Il Beihai Gongyuan è oggi un parco dei divertimenti molto amato e frequentato: in estate vi si possono compiere tranquille gite in barca, mentre in inverno si trasforma in una grande pista da pattinaggio.
Il parco è circondato da un alto muro, nel quale si aprono tre porte: dell'Est, del Sud e del Nord.
A sud, nelle dirette vicinanze del ponte Beihai, si trova la Tuancheng 团城 (Città Rotonda), il cuore dell'antica capitale Dadu 大都 della dinastia Yuan. Anticamente, essa faceva parte delle tre isole che, ad eccezione della Qionghuadao, dopo la suddivisione del lago divennero nuovamente terra ferma. Un muro risalente all'inizio del XV secolo circonda il piano della città, alto 5 m. Poco prima del portale meridionale del parco Beihai, una piccola porta conduce nella Città Rotonda, dove le sale e i padiglioni risalgono al tempo di Qianlong, mentre le conifere sono probabilmente ancora più antiche. Al centro del cortile vi è un piccolo chiosco, in cui è sistemata una vasca di giada, che presenta un diametro di 1,5 m ed è alta 60 cm, decorata con motivi di draghi, cavallucci marini e pesci che giocano tra le onde. La vasca è probabilmente databile al 1265 e serviva all'imperatore Kublai Khan (Qubilay) come contenitore per il vino (con una capacità di 3.000 l). Si trovava nel palazzo Guanghan e, allorché quest'ultimo venne distrutto da un terremoto, scomparve, finendo nelle mani di monaci taoisti, che la utilizzarono a loro volta come contenitore per le scorte alimentari. Fu rinvenuta durante il restauro del parco Beihai sotto l'imperatore Qianlong, che la fece collocare al centro della Città Rotonda.
L'edificio più importante e di maggiore interesse della Città rotonda è il Chengguangdian (padiglione dell'Illuminazione), che per la sua bellezza rappresenta un esempio unico nell'architettura cinese. Tutte le travi sono riccamente dipinte, mentre all'interno del padiglione si trova una statua del Buddha assiso, costituita da un unico blocco di giada bianca. Questa scultura venne probabilmente portata in Cina dalla Birmania durante il dominio di Guangxu (1875﷓1908).
La Qionghuadao si trova nella parte meridionale del Beihai ed è collegata con la terra ferma da due ponti. In particolare, quello meridionale, Yong'anqiao 永安桥 (ponte dell'Eterna Tranquillità, risale alla dinastia Yuan. Alle due estremità del ponte si trovano due portali decorativi, chiamato l'uno Jicui e l'altro, ai piedi del Qionghuashan, Duiyun. Il sentiero sale poi con gradini sino al Yong'ansi (tempio dell'Eterna Tranquillità, eretto nel 1651 sui muri del distrutto palazzo Guanghan. La prima sala che si incontra entrando nel complesso sacro è il Falundian, su entrambi i lati del quale si trovano alcuni padiglioni.
A sud del Dagoba Bianco si vede il piccolo Shanyindian (padiglione della Voce Benevola), ricoperto di tegole invetriate gialle e verdi e dotato di 455 nicchie nelle pareti, contenenti altrettante raffigurazioni del Buddha. Da questo punto si gode uno stupendo panorama: nelle dirette vicinanze vi sono infatti le diverse sale e i padiglioni, i pittoreschi sassi e le stele in pietra del monte Qionghua. In lontananza, verso sud si vede il Zhongnanhai (mare di Mezzo e del Sud), a est l'asse nord-sud della città con la torre del Tamburo e quella della Campana, il parco Jingshan, il Palazzo imperiale, la piazza Tian’anmen, il monumento agli Eroi del popolo, il mausoleo di Mao Zedong e la Qianmen.
Dietro al padiglione si erge il Baita (Dagoba Bianco), alto 35,9 m, una pagoda buddhista in stile tibetano. Su proposta del famoso monaco lamaista Nomhan, il Baita venne eretto nel 1651 sulle rovine del palazzo Guanhan in occasione della visita del Dalai Lama a Pechino. Questa costruzione rappresentò da un lato una testimonianza del favore imperiale verso la dottrina buddhista e dall'altro un'espressione del desiderio di tutelare la concordia tra le diverse nazionalità cinesi. Rivestì anche un'importanza militare: in caso di pericolo, sull'edificio si potevano infatti issare delle bandiere e accendere delle lanterne, in modo da mettere le truppe imperiali in stato di allarme. Distrutta da un terremoto nel 1679, la pagoda venne ricostruita alcuni anni dopo e nuovamente restaurata nel 1741 sotto l'imperatore Qianlong. Durante l'ultimo terremoto del 1976, ha nuovamente subito gravi danni, cui si è però nel frattempo ovviato. Sul lato meridionale della pagoda si apre una nicchia con uno stemma rosso, dove venivano probabilmente custodite le scritture sacre buddhiste insieme ad alcuni oggetti sacri.
Verso nord, un sentiero sale lungo la collina tra cavità rocciose artificiali e scalinate coperte, fino a giungere allo stupendo portico coperto Yilantang, che si snoda per 300 m lungo la sponda settentrionale dell'isola ed è riccamente ornato di stupendi dipinti. Qui si trova il ristorante Fangshan 仿膳饭庄, in cui si possono gustare le specialità della cucina imperiale. Si tratta di un locale che vanta una tradizione di oltre 80 anni (è stato aperto nel 1925): dopo la caduta della dinastia Qing e la fondazione della repubblica, i cuochi della cucina imperiale di palazzo iniziarono infatti a lavorare in diversi ristoranti della città e, dopo l'apertura del parco Beihai al pubblico, un ex eunuco di palazzo decise, insieme ad alcuni ex cuochi imperiali, di aprire un ristorante in grado di offrire i cibi riservati un tempo alla corte.
Proseguendo verso la parte sud-occidentale dell'isola, si incontra un edificio a forma di ventaglio, Yuegulou 阅古楼 (padiglione per la Lettura dei Classici), che contiene una raccolta di 495 tavole recanti le iscrizioni di famosi calligrafi e poeti cinesi.
Un traghetto permette di recarsi dalla sponda settentrionale dell'isola alla riva del lago di fronte ad essa, dove si può ammirare il Wulongting 五龙亭 (padiglione dei Cinque Draghi, cinque edicole che sembrano galleggiare sull'acqua e che sono unite tra loro da ponti in pietra. A nord di questa costruzione si ergeva un tempio, al cui posto si trova oggi un museo per Fanciulli. Accanto ad esso, una sala, Chengguan, con la Tieyingbi (cortina di Ferro), lungo il lato meridionale. Questo muro, costruito in pietra vulcanica, lungo 3,5 m e alto 1,9 m, risale all'epoca Yuan e su entrambi i lati presenta dei rilievi con motivi di animali mitologici.
Procedendo verso ovest, ci si imbatte nel Xiaoxitian (padiglione del Piccolo Cielo Occidentale), probabilmente il più grande padiglione di tutta la Cina, che, al pari di tutti gli altri edifici circostanti, venne eretto sotto l'imperatore Qianlong.
A nord del Xiaoxitian si trova il Zhiwuyuan 植物园 (Giardino botanico), famoso per le erbe e i fiori esotici in esso coltivati. Quest'area faceva un tempo parte del complesso della Wanfolou (torre dei Diecimila Buddha,).
A nord corre il Jiulongbi 九龙壁 (muro dei Nove Draghi), lungo 27 m, alto 5 m e largo 1,2 m, ricoperto di mattonelle smaltate in sette colori diversi, che rappresentano nove draghi immersi tra le nuvole sopra un mare azzurro. Venne eretto nel 1417 a delimitare l'area di un tempio posto più a nord, andato nel frattempo distrutto.
Una vota lasciato l’isolotto Qionghua, attraversando il ponte Zhishan verso est, si può prendere un sentiero che conduce verso nord.
Sul lato destro, si vede il Haoputing (padiglione tra i fiumi Hao e Pu) e il Huafangzhai 画舫斋 (studio della Barca Dipinta), costruito nello stile caratteristico della Cina meridionale. Si tratta di due complessi risalenti all'epoca Qianlong. Sul lato sinistro del sentiero si trova invece una piccola centrale idroelettrica, costruita nel 1956 con lo scopo di illustrare ai giovani il significato e l'importanza dell'elettricità. Ancora più a nord, nel luogo in cui sorgeva lo Cantan (altare del Baco da Seta), si trova oggi un giardino d'infanzia.

 

 


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