Una madre e un figlio si parlano in un mondo senza tempo. Lei è una scrittrice, lui è Nikolai, il ragazzo sedicenne che si è tolto la vita pochi mesi prima. Le parole sono l’unica risorsa a cui la madre può attingere così da ridare vita al figlio, e portare avanti con lui le conversazioni toccanti, profonde, intime di quando era al mondo. Il ricordo di una poesia amata si lega a quello di una torta fatta in casa, la memoria di un viaggio dà corpo e colore ai luoghi visitati, i mirtilli sono la chiave d’accesso al bambino che è stato Nikolai. In un dialogo continuo, come un flusso di coscienza, le due voci raccontano una storia d’amore: quello assoluto che pretendono i figli, quello pieno di dubbi e di colpe che scorre nei genitori, e in fine quello fatale che li accomuna, l’amore che consuma chi va in cerca del senso ultimo dell’esistenza a costo di privarsene, nel corpo o nello spirito. Nato dall’esperienza drammatica vissuta dalla scrittrice, “Dove le ragioni finiscono” non è un romanzo ed è più di un memoir. Come in una tragedia greca, Yiyun Li ci avvicina alla sua storia, e ci consegna pagine così nitide da compiere il miracolo, quello di accompagnarci nell’abisso dell’indicibile per uscirne purificati, liberi, più forti.
LI Yiyun
Leggi l’articolo su Li Yiyun pubblicato da China files: Yiyun Li, le quotidianità difficili della lettrice di Hemingway
Per le schede degli altri due romanzi pubblicati in italiano:
I girovaghi, Einaudi, Torino, 2010;
Più gentile della solitudine, Einaudi, Torino, 2015.
Ragazzo d’oro, ragazza di smeraldo, NN editore, Milano, 2019.
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