È difficile riassumere i tanti e complessi cambiamenti vissuti dalla Cina. Come risponderebbero i giovani di tre periodi diversi alla domanda: cosa vorresti dalla vita? “Un ragazzo durante la Rivoluzione culturale avrebbe detto: ‘Lotta e rivoluzione’. Un ragazzo degli anni Ottanta: ‘Amore e carriera’. Un ragazzo di oggi: ‘Donne e denaro’.” La Cina, con le sue dimensioni ciclopiche sia nella geografia sia nel mondo virtuale della finanza, per noi della provincia occidentale rimane difficile da conoscere. Yu Hua avvicina questa distanza sterminata con le sue storie e le sue analisi, i suoi aneddoti e le sue indagini, senza mai rinunciare a un’ironia che sa distruggere ogni pregiudizio eurocentrico per tradurla in un universo di simboli e significati finalmente leggibili. Racconta la rigidità delle leggi e l’arroganza del potere, la capacità inimitabile di conservare le tradizioni più antiche nelle abitudini di tutti i giorni, le tante facce della censura nei media e nell’industria culturale. Ritorna in piazza Tian’anmen, dove si consuma una cesura della storia cinese e mondiale. Da allora è cominciata la dittatura politica del miracolo economico e in questi settant’anni la Cina ha scritto una storia della lotta di classe a rovescio. “Quando non la conoscevamo, il governo ci imponeva di non dimenticarla mai. Oggi esiste e ci chiede di dimenticarla per sempre.” E Mao Zedong è arrabbiato. “Se Mao Zedong sapesse cos’è diventata la sua Cina, sarebbe talmente arrabbiato che chiederebbe lui per primo di tirare giù il suo ritratto a Tian’anmen.”
Yu Hua è nato nel 1960 ad Hangzhou. Figlio di medici, trascorre lunghi pomeriggi dell’infanzia a giocare nel cortile dell’ospedale. Di quel periodo ricorda il passaggio dei morti verso l’obitorio e il camice del padre sporco di sangue all’uscita dalla sala operatoria. Lì fa il suo apprendistato di scrittore. È considerato uno dei migliori autori cinesi della nuova generazione. Con Einaudi ha pubblicato Torture (1997), Cronache di un venditore di sangue (1999) e Le cose del mondo sono fumo (2004; con Donzelli L’eco della pioggia (1998); con Feltrinelli, i due volumi di Brothers – Brothers (2008) e Arricchirsi è glorioso (2009), la riedizione (2009) di Vivere!, da cui è stato tratto il film omonimo di Zhang Yimou, La Cina in dieci parole (2010), Il settimo giorno (2017), Mao Zedong è arrabbiato (2018).
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