Città di gatti
Autore Lao She (老舍 Lǎo Shě)
Editore Mondadori, Milano
Prima edizione Gennaio 2024
Titolo originale 貓城記 
Traduzione di Edoarda Masi
Pagine 216
N. ISBN 978-8804783749

Un pilota cinese, durante una manovra d’emergenza, approda su Marte, e scopre che il pianeta è abitato da uomini gatto. Accolto da uno di loro, chiamato Grande Scorpione, impara a parlarne la lingua e ne scopre via via usi e cultura, apprezzando gli effetti stupefacenti delle foglie di loto di cui si nutrono. Man mano che si addentra nella conoscenza della loro società, tuttavia, si accorge che quella a cui assiste è la fase finale di una civiltà in declino, ormai irrimediabilmente corrotta, soggiogata dagli stranieri, priva di valori morali. Scritto tra il 1932 e il 1933, Città di gatti è il primo romanzo di fantascienza della letteratura cinese e uno dei primi racconti distopici. Come una dozzina d’anni più tardi La fattoria degli animali di Orwell, anche Città di gatti adombra una feroce satira politica: del regime instaurato dal Partito nazionalista cinese di Chiang Kai-shek, oltre che della Russia sovietica e di un intero mondo in crisi. Convinto che «la satira deve in primo luogo rendere viva la favola sulla quale si appoggia», Lao She ci regala pagine illuminate da una brillante vena umoristica che diventa lucida capacità di penetrazione dell’anima e dell’evoluzione umane, al di là dei limiti nazionali e storici.

Lao She (Pechino 1899-1966), nato in una famiglia molto umile, riuscì a diplomarsi e, dal 1924 al 1929, lavorò come lettore di cinese all’Università di Londra, dove iniziò a dedicarsi alla letteratura per affermarsi poi come uno dei più importanti romanzieri e drammaturghi del Novecento cinese. Soggiornò anche negli USA tra il 1946 e il 1949. Dopo l’avvento di Mao ricoprì vari incarichi politico-culturali, ma cadde in disgrazia con la Rivoluzione culturale. Ingiustamente accusato e pubblicamente umiliato, nel 1966 si suicidò.
Tra i suoi romanzi ricordiamo I due Ma, padre e figlio (1929), Città di gatti (1933) e Il ragazzo del risciò (1936), recentemente riproposti negli Oscar Mondadori.

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