Maturare tardi di Mo Yan
Autore MO Yan  (莫言 Mò Yán)
Editore Einaudi, Torino
Prima edizione Aprile 2024
Titolo originale

晚熟的人
Leggi l’originale in cinese

LeggTraduzione (dal cinese) di Patrizia Liberati e Maria Rita Masci
Pagine 368
N. ISBN 978-8806258726

Nei dodici racconti di questa sua nuova raccolta, Mo Yan ritorna a Gaomi, la sorgente mitica della sua narrativa, nel Nord-Est della Cina. E mettendo in scena vecchi amici, parenti e perfino se stesso, attraverso lontani ricordi e nuove avventure, nella doppia veste di bambino e scrittore famoso, racconta gli impetuosi cambiamenti che alla fine hanno raggiunto anche il suo paese natale. Arrivare tardi alla maturità, così come succede a uno dei suoi compaesani, che da scemo del villaggio si è trasformato in imprenditore di successo, non è per forza un difetto. Meglio anzi non maturare mai, non cristallizzarsi, e non riposare sugli allori. C’è chi nasce coraggioso e da grande diventa un vigliacco, e chi da piccolo ha paura di tutto e una volta cresciuto diventa intrepido. È questa la differenza tra chi matura presto e chi matura tardi, ci spiega Mo Yan nel racconto che dà il titolo alla raccolta. A ispirare questa riflessione è il suo amico d’infanzia Jiang Er, che in passato era uno dei quattro scemi del villaggio e ora è diventato un imprenditore di successo. La parabola dell’amico non è priva di sotterfugi e risvolti comici, ma il tema sta davvero a cuore all’autore, il quale ha dichiarato in un’intervista che essere maturi equivale a raggiungere una forma definitiva, a cristallizzarsi, dunque: quanto di più pericoloso per uno scrittore, soprattutto quando ha vinto un premio importante come il Nobel. Meglio non dormire sugli allori, sembra dirsi Mo Yan. Se l’impulso creativo è sempre nuovo, il territorio esplorato è quello d’elezione: Gaomi, nella provincia dello Shandong, dove l’autore è nato e cresciuto. Molti racconti hanno per cornice un suo ritorno a casa, durante il quale incontra parenti e vecchie conoscenze, di cui ci racconta la storia o che a sua volta gli confidano vicende e pettegolezzi. I testi spaziano così dai suoi ricordi d’infanzia, ambientati all’epoca dolorosa del Grande balzo in avanti e della Rivoluzione culturale, fino ai tempi attuali, non sempre meno problematici. Muovendosi agilmente in questa materia densa, Mo Yan posa su tutto il suo sguardo ironico e sferzante, ma a tratti anche nostalgico.

Mo Yan, pseudonimo di Guan Moye, è uno scrittore cinese nato il 17 febbraio 1955 nella provincia dello Shandong. È uno degli autori più celebri della letteratura contemporanea cinese e ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 2012. Il suo pseudonimo, Mo Yan, significa letteralmente “non parlare”, una riflessione sul contesto politico cinese in cui l’espressione libera può essere rischiosa.
Mo Yan è noto per il suo stile di scrittura che mescola realismo magico e tradizione letteraria cinese, raccontando la vita quotidiana della Cina rurale con un tocco di surrealismo. I suoi racconti spesso esplorano temi come la povertà, la sofferenza umana, la corruzione politica e i cambiamenti sociali. Opere:
Romanzi:
Sorgo rosso (Einaudi, 1997), Le canzoni dell’aglio (Einaudi 2014), I tredici passi (Einaudi, 2019), Il paese dell’alcol (Einaudi, 2015), Grande seno, fianchi larghi (Einaudi, 2006), Il supplizio del legno di sandalo (Einaudi, 2005), I quarantuno colpi (Einaudi, 2017), Le sei reincarnazioni di Ximen Nao (Einaudi 2009), Le rane (Einaudi, 2013),

Racconti: L’uomo che allevava i gatti (Einaudi, 1997), Cambiamenti (Nottetempo, 2011), Maturare tardi (Einaudi, 2024)

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