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TRASMETTO, NON CREO
Percorsi tra filologia e filosofia nella letteratura cinese classica

 

Trasmetto, non creo

A cura di Attilio Andreini
Editore Cafoscarina, Venezia
Prima edizione 2012
Pagine 242
N. ISBN 978-88-7543-342-0

"Trasmetto, non creo: credo negli antichi, li venero e, nel far ciò, oso paragonarmi al Venerabile Peng". Stando al Lunyu, così Confucio definì la propria missione. Nel trasmettere si rischia, però, di "tradire", poiché "trasmettere" significa, pur sempre, "tradurre", ovvero adottare nuove forme per articolare le visioni normative dell'antichità. Addirittura, non solo si rischia, ma si deve tradire: in fondo, linguaggi destinati a superare i contesti che li hanno generati non possono che essere traditi. "Leggere bene" le opere cinesi antiche significa, dunque, saper cogliere incongruenze e discontinuità nelle rappresentazioni di un passato normativo e, soprattutto, valutare i condizionamenti contestuali che ne hanno determinato la trasmissione. Occorre, dunque, seguire un approccio che è, al contempo, filologico e filosofico e che non mira tanto a ricreare la purezza di un'antichità immune dalla corruzione, bensì al disvelamento delle dinamiche dell'imperfezione.

Attilio Andreini lavora presso il Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea dell'Università Ca' Foscari di Venezia, dove insegna Lingua cinese classica. È autore di numerosi studi sul pensiero filosofico-religioso della Cina antica e, in particolare, sugli aspetti codicologici e paleografici delle fonti manoscritte di epoca pre-imperiale.

 

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