PECHINO
Autori
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Vari
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Editore
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Touring
Editore, Milano
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Collana
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Viaggi
d'Autore
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Prima
edizione
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2001
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Pagg.
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256
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Note
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Con
testi di Renata Pisu, Lin Yutang, Marco Polo, Jean-Denis Attiret, Chou Tzé,
Luigi Barzini, Pierre Loti, Giovanni Comisso, Goffredo Parise, Giorgio
Manganelli, Tiziano Terzani.
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LA
CITTÀ PROIBITA
Marco
Polo, che amava contare a milioni, la descrisse come la più grande, ricca e
popolosa metropoli del mondo quando ancora l’Europa ne ignorava l’esistenza.
Si chiamava allora Khanbaliq, la Città del Signore, ed era la residenza del
Gran Khan dei mongoli che avevano appena conquistato la Cina e andavano
sostituendo le loro tende da nomadi con palazzi laccati e dorati. Poi venne
Pei-ching (pintin Beijing), la Capitale del Nord, e si estese sempre più
attorno alla reggia più vasta dell’universo, la Purpurea Città Proibita in
cui viveva il Figlio del Cielo circondato da concubine ed eunuchi, perno
immobile attorno al quale ruotava l’esistenza di tutti gli innumerevoli
sudditi del Celeste Impero, tramite indispensabile fra gli uomini e gli dèi.
Venivano a rendergli omaggio principi tributari dalle insondabili profondità
della Tartaria, minuscoli siamesi in groppa a enormi elefanti bianchi, russi che
portavano pellicce di zibellino, indiani in Golconda che recavano diamanti, pii
e curiosi missionari gesuiti che sapevano di astronomia e di pittura e gli
fabbricavano giocattoli meccanici, tutti prosternandoglisi davanti tre volte
fino a battere la fronte a terra.
Poi vennero i Diavoli Bianchi con i loro vapori e i loro cannoni e il loro
oppio, e la vecchia Pechino imperiale finì tra massacri, incendi e saccheggi,
per rinascere come capitale della nuova Cina rivoluzionaria, mèta di tardivi
Marco Polo della politica.
Gianni
Guadalupi
“Le
mura delle sale e delle camere sono tutte coperte d’oro e d’ariento; havvi
iscolpite belle istorie di donne e di cavalieri, e d’uccelli e di bestie e di
molte altre belle cose; e la copritura è altresì fatta che non vi si può
vedere altro che oro e ariento. La sala è sì lunga e sì larga, che bene vi
mangiano 6000 persone; e havvi tante camere, ch’è una maraviglia a
credere.”
Marco Polo
“… fiori artificiali
d’agata, di giada, di corallo, di lapislazzulo; pagode e paesaggi tutti
azzurri, in piume di martin pescatore prodigiosamente lavorate; pagode e
paesaggi d’avorio, con migliaia di omini; opere di pazienza cinese, costate
anni di lavoro, e oggi frantumate, sbriciolate a baionettate, le schegge delle
loro grandi teche di vetro sparse sul pavimento e scricchiolanti sotto i
passi.”
Pierre
Loti
“Per
la prima volta vedo delle donne con i piedi tradizionalmente anchilosati: sono
piedi piccolissimi, di dieci, dodici centimetri al massimo, a forma di zoccolo
appuntito. Sono coperti da spesse calze bianche di cotone e chiusi dentro una
scarpetta minuscola, con il laccetto e il bottoncino come quello delle bambole.
Le povere donne camminano traballando sui talloni…”
Goffredo
Parise
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