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L'IMPERO DI CINDIA


Autore Federico Rampini
Editore Mondadori, Milano
Prima edizione 2006
Pagine 374
  © 2006 Arnoldo Mondadori S.p.A, Milano

Sono tre miliardi e mezzo. Sono più giovani di noi, lavorano più di noi, studiano più di noi. Hanno schiere di premi Nobel per la scienza. Guadagnano stipendi con uno zero in meno dei nostri. Hanno arsenali nucleari ed eserciti di poveri. È «Cindia»: Cina e India, il dragone e l’elefante. Cindia non indica solo l’aggregato delle due nazioni più popolose del pianeta: è il nuovo centro del mondo, dove si decide il futuro dell’umanità. Tutto il meglio e tutto il peggio dipende da loro. Le speranze di progresso così come i rischi di catastrofi, il riscatto dalla miseria e la guerra all’inquinamento, la libertà o la repressione, la salvezza o l’orrore: la partita del XXI secolo si gioca qui.
In totale, Cindia e i suoi paesi satelliti (le cosiddette «tigri asiatiche», ma anche il Giappone in una nuova fase di crescita economica) sono cinque volte la popolazione dell’intero continente europeo inclusa la Russia, otto volte l’Unione europea allargata a 25 membri, 13 volte gli abitanti degli Stati Uniti. Più di metà dell’umanità è concentrata in quest’area, ed è questa la metà che cresce. Cresce sia demograficamente che economicamente.
Il dragone e l’elefante si apprestano a riconquistare il posto che appartenne loro per millenni: quello delle due civiltà più antiche, più ricche, più avanzate durante gran parte delle storia dell’umanità. Riemergono infatti, dopo una parentesi di decadenza, due universi che hanno un passato di 5000 anni, una tradizione storica sconosciuta perfino agli europei. Due nazioni che hanno a lungo primeggiato nella scienza e nella tecnica, che hanno dato al mondo alcuni dei più sublimi tesori dell’arte, dove sono nate grandi religioni e importanti filosofie laiche.
Oggi vi è però tra loro una differenza radicale che ne fa due modelli alternativi. L’India è la più vasta democrazia esistente al mondo, un esempio di pluralismo e di tolleranza unico per un paese di quelle dimensione. Anche la Cina sprigiona un fascino irresistibile, ma è di segno opposto: è il più imponente modello di Stato autoritario, funzionale e modernizzatore, che ha saputo in pochi decenni traghettare dalla miseria al benessere 300 milioni di persone.
Federico Rampini si spinge oltre i confini della Cina, per raccontare, in una collezione di storie di vita quotidiana, di ritratti di grandi capitalisti di cui noi ignoriamo persino il nome, e di racconti di viaggio, questo enorme impero nascente. E per cercare di rispondere a una delle domande chiave del nostro futuro: Cina o India? Oppure Cindia? Vincerà la ricetta cinese, quella indiana, o un misto fra le due? E con quali conseguenze per il resto del mondo? Come ha giustamente dichiarato Bill Gates: «Tutti mi chiedono che ne sarà della sia tra Cina e India. Io mi preoccupo di più della nostra sfida contro Cina più India».


FEDERICO RAMPINI, corrispondente della «Repubblica» da Pechino, ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per «Rinascita». Già vicedirettore del «Sole 24 Ore» e capo della redazione milanese della «Repubblica», editorialista, inviato e corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco, ha insegnato alle università di Berleley e Shanghai. È autore di numerosi saggi, tra cui Le paure dell’America (Laterza 2003), Tutti gli uomini del presidente. Bush e la nuova destra americana (Carocci 2004), San Francisco – Milano (Laterza 2004), il secolo cinese (Mondadori 2005). Nel 2005 ha vinto il Premio Luigi Barzini per il giornalismo.

 

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