L'INSEGNAMENTO DEL CINESE IN ITALIA
TRA PASSATO E PRESENTE
Autori |
Davor Antonucci, Serena Zuccheri |
Editore |
Edizioni Nuova Cultura, Roma. |
Prima edizione |
2010 |
Pagine |
192 |
N. ISBN |
978-88-6134-504-1 |
Il lungo cammino dello studio della lingua cinese da parte degli
europei iniziò grazie agli sforzi di alcuni pionieri sinologhi: Michele
Ruggieri e Matteo Ricci che, sul finire del XVI secolo a Macao,
elaborarono il primo sistema di trascrizione della lingua cinese e
stilarono il primo semplice dizionario di parole cinesi e portoghesi,
nonchè grazie agli sforzi compiuti dal missionario Martino Martini che
verso la metà del XVII secolo scrisse la prima grammatica sistematica
della lingua cinese.
Prendendo le mosse da quel lontano quanto fulgido inizio, nel corso dei
secoli, lo studio della lingua cinese si diffuse prima in Italia e poi
progressivamente in Francia e Gran Bretagna. Il XVII secolo fu l'epoca
della "sinologia missionaria", quando i gesuiti soprattutto
italiani e francesi, si impegnarono nello studio della lingua cinese per
fini soprattutto pratici. essi infatti necessitavano di conoscere la forma
di quella lingua per collaborare con i convertiti cinesi nella stesura di
opere in lingua cinese. Al tempo stesso, i missionari nelle loro opere in
lingua latina fecero conoscere il funzionamento della lingua e della
scrittura cinese al mondo intellettuale europeo, suscitando un grande
interesse verso quella lingua, così diversa dalle nostre nella sua forma
orale e nella sua scrittura. Verso la fine del XVII secolo nacque così in
Europa una "sinologia intellettuale": Fu questo il periodo in
cui in Francia e in Germania alcuni studiosi si applicarono allo studio
della lingua cinese in modo teorico, alla ricerca di risposte filosofiche
piuttosto che con il serio intento di imparare a scrivere o a parlare
quella lingua. Per oltre un secolo, il mondo intellettuale europeo cerco
nella lingua cinese risposte alla scomparsa della "Lingua
universale" che, secondo la tradizione biblica era andata perduta con
la costruzione della Torre di Babele. Essi speravano che la forma dei
caratteri cinesi potesse celare le tracce di quella lingua universale,
ormai persa con la nascita delle miriadi di lingue particolari.
Al principio del XIX secolo, lo studio della lingua cinese trovò
nuovamente un usi pratico: i primi sinologhi francesi, infatti, studiarono
la lingua cinese non per motivi missionari o per soddisfare la loro
cusiosità filosofica, ma per poter leggere e tradurre la letteratura
cinese. Durante questo secolo si diffuse quindi una nuova conoscenza
pratica, più matura e fondata su metodi moderni per lo studio delle
lingue scritte e parlate.
La storia che qui presentiamo inizia proprio al principio del XIX
secolo quando anche in Italia, dopo i primi missionari gesuiti del XVI e
XVII secolo, inizia nuovamente ad accendersi un serio interesse per lo
studio della lingua cinese, grazie soprattutto alla istituzione nel 1732
del Collegio de' Cinesi dove iniziano ad essere tenuti i primi corsi di
lingua non solo per convertiti cinesi, ma anche italiani.
La prima parte di questo volume, redatta da Serena Zuccheri,
riepiloga la storia dello studio e dell'insegnamento del cinese in Italia
dal principio del XIX secolo fino a metà del XX: è il periodo della
lenta maturazione di strumenti moderni per avvicinarsi a tale lingua. La
seconda parte, compilata da Davor Antonucci, vuole invece essere
una fotografia dello stato attuale dello studio e dell'insegnamento della
lingua cinese nel sistema universitario italiano, con alcuni riferimenti
anche alla didattica presso associazioni culturali, scuole pubbliche
e private. È questo il periodo della massima diffusione di questa lingua
che è oggi studiata da migliaia di persone, nel desiderio tanto di poter
avvicinare la Cina e i cinesi in modo più diretto, quanto per poterne
apprezzare l'immenso patrimonio letterario, avendo accesso direttamente
alle opere di letteratura classica e moderna.
La realizzazione di questo volume è stata possibile grazie al
contributo dello Hanban, il volume ha beneficiato inoltre dell'aiuto di
colleghi e studiosi: Yu Qi ha tradotto sapientemente i testi italiani in
cinese, Arianna D'Ottone e Angelo Arioli hanno collaborato per
l'impaginazione e la pubblicazione; a tutti loro vanno i nostri
ringraziamenti. Dedichiamo questo libro agli studenti della lingua cinese
del passato e di oggi che, con il loro interesse, hanno costituito il
miglior sprone per migliorare sempre la didattica di questa lingua che ora
come allora continua ad affascinare il pubblico occidentale.
Per celebrare il terzo convegno dell'Associazione per lo Studio del la
Storia dell'Insegnamento della lingua cinese che si svolgerà a Roma il 13
e14 settembre 2010, in occasione anche del decimo anno della fondazione
della Facoltà di Studi Orientali di Sapienza Università di Roma e a
quattro anni dalla costituzione a Roma del primo Istituto Confucio in
Italia offriamo questo volume agli studiosi della lingua cinese italiani e
cinesi, nella speranza che, come diceva Confucio, "si studi il nuovo,
ricordando il passato".
Federico Masini
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