INDICE>L'ODISSEA DI UN FOTOGRAFO CINESE NELLA RIVOLUZIONE CULTURALE

L'odissea di un fotografo cinese nella Rivoluzione Culturale (1966-1976)
140 fotografie di Li Zhensheng
(a Reggio Emilia dal 6 dicembre 2003 al 15 febbraio 2004)

Dopo il grande successo ottenuto a l'Hôtel de Sully di Parigi, arriva a Reggio Emilia, dal 6 dicembre 2003 al 15 febbraio 2004, la mostra Li Zhensheng. L'odissea di un fotografo cinese nella Rivoluzione Culturale (1966-1976), curata da Robert Pledge. 
Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, in collaborazione con la Mission du Patrimoine Photographique del Ministero della Cultura di Francia, con il contributo della Fondazione Pietro Manodori di Reggio Emilia, e di CCPL, Reggio Emilia, l'esposizione presenta in Palazzo Magnani 140 fotografie (su un totale di circa 1.000) scattate da Li Zhensheng, fotografo del Quotidiano di Heilongjiang, giornale del Partito comunista del nord-est della Cina, durante la Rivoluzione Culturale e sviluppate da lui stesso. 
L'insieme delle sue opere costituisce l'unica testimonianza fotografica della Rivoluzione Culturale: le sue immagini infatti sono rimaste segrete fino ad oggi, ad eccezione di venti scatti la cui pubblicazione fu autorizzata nel 1988 facendo ottenere a Li il primo premio del concorso fotografico nazionale cinese National Press Association Photo Competition.
I negativi più "compromettenti" furono conservati per trent'anni da Li Zhensheng in un buco scavato nel pavimento del suo alloggio. Le immagini documentano la feroce e incontenibile violenza che si è scatenata in Cina durante la Rivoluzione Culturale e sono raccolte per la prima volta nel volume Colore-Rosso Soldato di Notizie. L'odissea di un fotografo cinese attraverso la Rivoluzione Culturale pubblicato da Phaidon, che accompagna la mostra. 
I dieci anni che separarono l'inizio della Rivoluzione Culturale (16 maggio 1966) dalla morte di Mao Zedong (9 settembre 1976) generarono un cataclisma sociale che sconvolse la Cina, causando centinaia di migliaia di morti. Ventisette anni dopo la morte del "grande timoniere", un'ampia scelta della raccolta più vasta di fotografie di quel periodo - la prima immagine in mostra è del 1964 e l'ultima è del 2 febbraio 1980 - realizzate dal solo Li Zhensheng che si muoveva con un lasciapassare con la scritta Colore Rosso - Soldato di notizie, viene presentata per la prima volta in Italia e dà corpo e sostanza alla spettacolarizzazione dei processi pubblici, alle autocritiche, al culto della personalità, alle adunate di massa, alle campagne di rieducazione.

Li Zhensheng, nato nel 1940, frequenta la Scuola del Cinema di Changchun, ma la decisione del governo di riconvertire la professione da lui scelta in un'attività giudicata più utile, quella di "fotografo della stampa" , cancella il suo sogno di diventare regista. Ottiene così un posto al Quotidiano di Heilongjiang, con sede a Harbin, capitale della provincia settentrionale, alla frontiera con l'Unione Sovietica. Attirato dalla Rivoluzione Culturale, Li Zhensheng comprende il ruolo straordinario che possono avere i fotografi; fonda all'interno del giornale un gruppo di rivolta, e lo stesso Mao gli attribuisce il riconoscimento di "soldato rosso dell'attualità". Li Zhensheng entra tuttavia rapidamente in conflitto con le gerarchie del giornale, che non accettano la sua volontà e il suo desiderio di documentare tutti gli avvenimenti che lo circondano. Censurato per "essersi discostato dalla linea editoriale", accusato di essere un "nuovo piccolo borghese" e persino un "agente dello straniero", il 26 dicembre 1968, Li Zhensheng viene messo su un podio nei locali del giornale, e sottoposto a una denuncia pubblica. Inviato in campagna per essere rieducato, trascorre due anni di lavori forzati in una "scuola di correzione". Nel 1972 riottiene il posto di responsabile del servizio fotografico al Quotidiano di Heilongjiang.
La mostra è divisa in cinque sezioni: Ribellarsi è giusto, preludio alla Rivoluzione Culturale; Fuoco sul quartiere generale, 1966; Il sole rosso nei nostri cuori, 1967; La rivoluzione non è un pranzo di gala, 1968-1972; Morire combattendo, 1972-1976.
Il volume/catalogo edito da Phaidon, curato da Robert Pledge, riproduce 320 fotografie e lunghi brani di interviste a Li Zhensheng, con un'introduzione di Jonathan D. Spence.

LI ZHENSHENG
L'odissea di un fotografo cinese nella Rivoluzione Culturale (1966-1976)
Reggio Emilia, Palazzo Magnani (Corso Garibaldi, 29)
6 dicembre 2003 - 15 febbraio 2004
Orari: 9.30 - 13.00; 15.00 - 19.00. Lunedì chiuso
Biglietti: € 5 intero; € 4 ridotto; € 2 scuole
Catalogo Phaidon € 39,95

La mostra rimarrà aperta dalle 9.30 alle 13.00, e dalle 15.00 alle 19.00 nei giorni: 8 dicembre; 24 dicembre; 26 dicembre; 31 dicembre; 6 gennaio 2004
Osserverà un orario ridotto, dalle 15.00 alle 19.00 nei giorni:25 dicembre e 1° gennaio 2004

Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522.454437; fax 0522.444436
e-mail: info@palazzomagnani.it; web: www.palazzomagnani.it.

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LI ZHENSHENG, Contea di Wuchang, provincia dello Heilongjiang, 18 agosto 1968.
Alcuni scrittori e artisti sfilano nella campagna a sud di Harbin per portare il loro appoggio ai manovali ai quali si uniscono.
© LI ZHENSHENG / CONTACT Press Images

LI ZHENSHENG, Harbin, provincia dello Heilongjiang, 29 agosto 1966.
Li Xia, responsabile subalterno del distretto del Suihua nella periferia d’Harbin e moglie di Li Fanwu, segretario della Provincia del partito comunista e governatore dell'Heilongjiang, durante la sua pubblica denuncia allo Stadio delle Guardie Rosse.
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LI ZHENSHENG, Harbin, provincia dello Heilongjiang, 9 aprile 1976.
Soldati dell'Armata Popolare di Liberazione (APL) agitano degli striscioni che "denunciano con indignazione i crimini di Deng Xiaoping". Gridano lo slogan "Abbasso Deng Xiaoping".
© LI ZHENSHENG / CONTACT Press Images

 

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