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INDICE>MONDO CINESE>IL DISCORSO SU AMBIENTE E NATURA IN CINA: IL CASO DI CHONGMING

DOCUMENTI

Commemorazione di (Zhao) Ziyang in occasione della festa Qingming1  
Al più grande riformatore cinese contemporaneo

di Bao Tong 
(traduzione dal cinese e adattamento in italiano di Eva D’Amico)

[“Qingming ji Ziyang - Xian gei dangdai Zhongguo zui weida de gaigezhe”, Zheng ming, n. 4 (330), aprile 2005, pp. 36-38.]

Pubblichiamo questo ricordo di Zhao Ziyang, a pochi mesi dalla morte 2, a firma di Bao Tong, uno dei suoi più stretti collaboratori, alla fine degli anni ‘80 Vicedirettore del Comitato per la Riforma del Sistema Economico, imprigionato per sette anni e rilasciato solo nel 1996, attualmente, pur risiedendo a Pechino, uno dei maggiori attivisti in materia di diritti umani. Sebbene quest’analisi del ruolo svolto da Zhao non sia forse condivisibile da molti, rimane a nostro avviso senza dubbio interessante, in quanto effettuata da un autorevole personaggio che non smette di richiedere la revisione del giudizio sui fatti di Tian’anmen; un problema politico che il Pcc non potrà forse permettersi ancora a lungo di ignorare.

(M.M.)

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Le ragioni per cui Zhao Ziyang ha superato Mao

Nel corso degli anni ‘80 Zhao Ziyang occupò importanti incarichi sia nel Partito che nel governo: dal 1980 al 1987 fu prima Vice-Primo ministro e poi Primo ministro; dal 1987 al 1989 fu Vice-Segretario generale e successivamente Segretario generale del Pcc. Tuttavia, più che per i suoi incarichi politici, Zhao Ziyang è entrato nella storia per il contributo fornito al processo di riforma. Sono appunto le riforme da lui promosse che dimostrano la sua superiorità rispetto a Mao Zedong e Deng Xiaoping. E’ la loro politica ciò che Zhao voleva riformare: infatti, per tale motivo Deng Xiaoping, sebbene all’inizio fosse un sostenitore di Zhao, in seguito divenne un suo avversario e, senza troppi scrupoli, con la risposta di sangue di Tian’anmen, interruppe la via che avrebbe portato la Cina verso la democrazia. […] Zhao voleva riformare anche il modello di socialismo perseguito da Mao a partire dagli anni ’50, basato sul controllo totale del paese attraverso la dittatura del partito unico e attraverso la gestione da parte del governo di ogni tipo di attività economica.

I problemi fondamentali del sistema economico e politico

Negli anni ’80 in Cina il sistema economico era caratterizzato dal controllo totale dello Stato su ogni tipo di attività economica. Già in qualità di Primo segretario del Comitato Provinciale del Partito nel Sichuan, Zhao Ziyang aveva diretto alcuni progetti pilota per la riforma del sistema economico. Dopo essere entrato a far parte del governo centrale, come Primo Ministro, in materia economica si attestò su posizioni diverse da quelle del suo predecessore. Mentre il Partito considerava irrinunciabile rafforzare la posizione dello Stato alla guida delle imprese statali, Zhao proponeva, invece, di ridurre tale posizione di forza, al fine di razionalizzare i rapporti fra lo Stato e le imprese. Nell’affrontare le questioni dell’economia, non cercò di ottenere vantaggi per il Partito e per il governo, al contrario in modo chiaro e risoluto ordinò alle amministrazioni locali ai diversi livelli di “allentare i vincoli”, “diminuire il fardello” e “concedere potere” e “profitti” alle unità produttive industriali e agricole, al fine di indebolire il peso dello Stato e rafforzare il mercato e la società. Mentre molti ritenevano che preservare la posizione di potere dello Stato fosse essenziale per salvaguardare le condizioni economiche del paese, Zhao comprese che il ruolo principale spettava agli operatori economici nei settori industriale e agricolo, non allo Stato, che aveva solo il compito di servire questi ultimi. A suo avviso, non riconoscere il ruolo da essi svolto avrebbe significato perdere di vista il quadro generale. In Cina il problema fondamentale del sistema politico è che il Partito comunista controlla ogni aspetto della società e della vita di centinaia di milioni di cittadini. Se Mao aveva istituito il sistema in base al quale il Partito costituiva la guida politica di tutti gli strati sociali, […] Deng non si rese conto che la sua missione sarebbe dovuta essere quella di guidare la Cina verso una società governata dalla legge, entro i cui limiti il Partito Comunista avrebbe dovuto agire per non perdere con il passare del tempo la propria legittimazione. In qualità di Segretario generale Zhao portò avanti le sue opinioni, che non erano finalizzate a rafforzare né il proprio potere personale, né quello del Partito. Nel programma di riforma del sistema politico, si adoperò per ridurre il ruolo dello Stato centralizzato e il potere del Partito, limitando la funzione di quest’ultimo alla sola guida politica. In qualità di Vice-Segretario generale, propose che il Comitato Permanente dell’Ufficio Politico non pronunciasse sentenze in casi giudiziari, né si occupasse (della censura) di opere letterarie e artistiche. Dopo la nomina a Segretario generale, richiese che il sistema delle riunioni e delle votazioni negli organismi del Partito ai diversi livelli fosse standardizzato e si diffondesse progressivamente il principio secondo cui le elezioni avvenissero in base alle votazioni. Per quanto riguarda la riforma delle imprese statali, Zhao fece approvare una risoluzione che stabiliva che il centro delle attività delle imprese non era più il Segretario del Comitato di Partito, ma il rappresentante legale dell’impresa. Per quanto riguarda gli inaspettati incidenti verificatisi durante le manifestazioni di massa, in qualità di Segretario generale, Zhao ritenne che la situazione andasse affrontata in modo democratico e utilizzando strumenti legali, attraverso il colloquio e le negoziazioni tra tutte le parti sociali; non ritenne, invece, giusto che il Comitato Centrale del Partito prendesse decisioni a tale riguardo basandosi su principi che non potevano essere messi in discussione. […] Per Zhao un partito non ha futuro se non rispetta la volontà del popolo, […] il quale per lui era più importante del Partito stesso. […] 

Un politico che pianificava per il proprio governo 

In sintesi, la riforma elaborata da Zhao prevedeva l’introduzione dell’economia di mercato e la realizzazione di una politica democratica. […]. Un esempio dell’acutezza delle sue capacità di osservazione e di analisi […] si può ritrovare nell’opera “Zhao Ziyang e la riforma politica” (Zhao Ziyang he zhengzhi gaige), scritto dal dott. Wu Guoguang, in cui vengono registrate le critiche avanzate da Zhao, fra il 1986 e il 1987, ai reiterati mali del sistema politico e le sue considerazioni per il futuro delle riforme. In occasione del XIII Congresso del Pcc3, Zhao proclamò che lo scopo delle riforme in Cina era quello dell’adozione di una “politica democratica”; tale convinzione era la conclusione di riflessioni approfondite di un uomo politico responsabile, che pianificava per il proprio governo. Egli non era né un teorico né un agitatore, […] e non desiderava vantaggi immediati. […] Serio, responsabile e corretto, […] severo nei confronti di se stesso, non chiedeva agli altri di abbandonare le proprie opinioni, comprendendo il punto di vista altrui. Sperando di collaborare con quante più persone nella realizzazione delle riforme, sapeva ascoltare cortesemente e con interesse chi analizzava in modo sistematico possibili sviluppi futuri, chi esprimeva proposte o idee anche se allora difficilmente realizzabili. Persino chi manifestava opinioni completamente diverse o eterodosse, poteva essere certo che non sarebbe stato da lui etichettato come un pericoloso nemico del Partito. 

Zhao Ziyang intraprese le riforme in una congiuntura particolare 

Zhao Ziyang intraprese le riforme in una congiuntura particolare, ma non perse mai di vista gli obiettivi in cui credeva fermamente. La via da percorrere non fu tracciata da lui, ma determinata dalla situazione contingente. Dopo aver assistito ai risultati concreti del “socialismo reale” in Cina, nel suo rapporto al XIII Congresso del Partito, Zhao presentò una nuova concezione, quella dello “stadio iniziale del socialismo”, secondo la quale per la realizzazione del socialismo sarebbero stati necessari almeno cento anni: [in tal modo veniva così estesa la fase di transizione durante la quale sarebbero state possibili le riforme.] Sebbene nelle argomentazioni di alcuni la teoria dello “stadio iniziale del socialismo” fosse solo vuota retorica, tuttavia essa divenne un manifesto completamente diverso dal modello di socialismo perseguito da Mao Zedong. […] Nel 1987, dopo l’allontanamento di Hu Yaobang, la situazione cominciò a deteriorarsi irrimediabilmente, […] finchè nel 1989, dopo essersi scontrato con gli studenti, Deng Xiaoping mise a rischio il futuro della Cina capeggiando un colpo di stato militare. Di conseguenza Zhao venne condannato agli arresti domiciliari […] e il processo di riforma fu stroncato prematuramente. Con un voto d’onore Zhao è entrato nell’eternità Zhao Ziyang era un superiore mite e gradevole, disponibile nei rapporti con gli altri, con cui si poneva su di un piano di parità. […] Per quanto riguarda la sua formazione politica, comprendo il suo percorso, avendo lavorato con lui per dieci anni. Alla giovane età di tredici anni, sotto la minaccia del terrore bianco, era entrato a far parte della Lega della Gioventù Comunista e poi delle forze di guerriglia antigiapponese. Prima degli anni ’60 fu per lungo tempo Segretario del Comitato provinciale del Partito nel Guangdong. […] Successivamente il bagno di sangue della Rivoluzione Culturale, per utilizzare le sue stesse parole, “lo fece risvegliare completamente”. Da allora considerò l’obiettivo delle riforme come lo scopo principale della sua vita, come il criterio guida delle sue scelte politiche. Comprendendo che è necessario fare delle deviazioni per raggiungere la meta prefissata e pur rendendosi conto che la linea tracciata da Deng perseguiva le riforme economiche e non quelle politiche, in momenti cruciali Zhao non poté fare a meno di esprimere le sue più profonde convinzioni. […]Diversamente da Deng, egli riteneva che non era possibile portare avanti le riforme economiche prescindendo da quelle politiche. […] Avendo a cuore queste ultime, a suo avviso l’obiettivo finale era racchiuso nella promessa, sottoscritta e mai onorata da Deng Xiaoping, di attuare nel paese un processo di “legalizzazione e istituzionalizzazione in senso democratico”. Quando il 17 maggio 1989 Deng, contravvenendo alle decisioni dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale, decise oltraggiosamente di inviare l’esercito in risposta alle manifestazioni degli studenti, Zhao Ziyang non poté fare a meno di manifestare le proprie opinioni e con un voto d’onore entrò nell’eternità. 

Il verdetto sui meriti e i demeriti viene pronunciato dopo la morte 

Deng Xiaoping, Hu Yaobang e Zhao Ziyang avrebbero potuto far sì che la Cina imboccasse agevolmente la via della modernizzazione, ma Deng fece naufragare le riforme, distruggendo l’immagine della Cina e la propria. […] Non curandosi dell’ammonimento di Zhao Ziyang secondo cui “non si possono porta-
re avanti le riforme economiche senza quelle politiche”, diede nuovamente impulso, dopo una fase di stallo, alle riforme economiche, che, intraprese in alcuni casi in modo poco trasparente, […] fecero aumentare in maniera incontrollata la corruzione. […] Le riforme che seguirono il viaggio di Deng Xiaoping nel ’92 nelle Zone Economiche Speciali a sud del paese, in breve tempo trasformarono la Cina in un paradiso della corruzione, facendo aumentare enormemente il divario fra aree povere e ricche. Si dice che il verdetto sui meriti e i demeriti sia pronunciato dopo la morte. Il merito principale di Deng Xiaoping è stato quello di aver sostenuto le riforme economiche, di cui Zhao Ziyang fu portavoce; il suo errore è stato quello di aver soffocato le riforme politiche, sostenute invece da Zhao. […] Dopo la morte di Deng, si può pronunciare un giudizio definitivo su Zhao, il cui operato, unitamente a quello di Hu Yaobang è stato di grande utilità alla vita reale del paese. Allo stesso modo in cui non è possibile correggere gli errori del passato e far cadere nell’oblio i criteri di verità, così l’avanzamento dell’economia di mercato non può essere arrestato né cancellata la necessità di una politica democratica. Il fatto che il corso delle riforme sia stato stroncato prematuramente non ha permesso a Hu Yaobang e Zhao Ziyang di morire serenamente. Sta ora a noi che siamo rimasti realizzare l’ultimo desiderio dei nostri predecessori. Il successo finale delle riforme in Cina necessita di tenacia, coraggio, decisione e perseveranza da parte dell’intera popolazione. […] Sebbene il Partito ritenga che le due personalità più illustri della Cina siano state Mao e Deng, ai quali recentemente è stata aggiunta una terza4, ritengo, e lo scrivo a chiare lettere, che in Cina il più grande riformatore contemporaneo non sia uno di loro, ma Zhao Ziyang, il quale fu condannato agli arresti domiciliari a vita, essendo inviso ad alcuni e che oggi non è celebrato in pompa magna dal Partito. […] Eterna gloria a Ziyang!  

 

MONDO CINESE N. 123, APRILE-GIUGNO 2005

Note

1 Qingming (lett. Pura Luce) è uno dei ventiquattro periodi solari, che ha inizio attorno al 5 aprile, durante il quale ci si reca in visita alle tombe. 
2 Zhao Ziyang, nato il 17 ottobre 1919, è morto il 17 Gennaio 2005.
3 Il XIII Congresso Nazionale del PCC si svolse a Pechino dal 25 l’ottobre al 1 novembre 1987. 
4 Il riferimento è a Jiang Zemin, il cui “importante pensiero delle tre rappresentatività” è stato inserito nello Statuto del Partito e nella Costituzione del paese. 

 

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